Persona è unicità aperta a tutte le relazioni, senza perdere la sua specificità. Le relazioni possono essere sensibili ed astratte, create ed increate. La persona può essere significata con il progetto creativo, perché esso svincola ogni natura dalla fissità e la apre al possibile, senza perdere continuità con la propria identità. Questa è proprio situata nel suo creare. In questo senso, persona è identità e relazione. Senza la creatività, l’identità non può mantenersi, perché essa non può relazionarsi dinamicamente. L’identità è, dunque, la qualità che ciascuno
ciascuno si riconosce, vincendo la tentazione di confondersi con il tutto o di rifugiarsi in una nicchia della specie o della cultura dominante. La vita della persona si muove creativamente, sia nell’affermare la propria identità, sia nella relazione con l’altro da sé; è insieme: centro, diversità, relazione. Ogni individuo è centro di sé e periferia dell’altro. Chiuso nel suo centro egli è finito, non ha possibilità di sviluppo. Se la persona riesce a concepire unico e originario l’altro da sé, rendendosi capace di dilatare se stessa con lo specifico dono della propria singolarità, incomincia quel processo di amore attraverso il quale avviene lo svelamento divino che è in noi e oltre noi. In tal modo, l’amore si incontra nella sua perfetta totalità e unicità: Dio. L’inveramento della persona, o autocreazione, è quel momento in cui, creato ed increato si toccano, si fondono, si distinguono, perché l’amore abbia inizio. Poiché la morte è essenzialmente paura di non riuscire ad esserci come originale persona, la nascita della nostra originale persona, nella sua originale identità, sconfigge la morte.
Persona
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