La Storia è il progetto di comunicazione per raggiungere la pienezza dell’intera umanità; è orientare il tempo e la creatività degli uomini verso un fine comune. Se l’universo è la condizione della creazione, la storia ne è la possibilità cosciente, di cui l’individuo, il soggetto, la persona, sono le tappe di nascita, di crescita, di compimento. L’uomo, da pura possibilità, diviene fisica realtà, senza perdere nessuna possibilità dello spirito, che gli uomini hanno già ben definito come seme divino. Il fine della storia dell’umanità è la comunità come comunione totale con tutti:
tutti: con Dio, con gli uomini, con la natura. In noi, con gli altri, sulla terra, ha inizio e compimento la nostra storia. Non ci sono altre situazioni o realtà diverse da quelle che conosciamo. Cristo ha conferito alla soggettività il suo valore di unicità ed alla persona il potere di agire sia su sé stessa che sulla storia, rivelando il suo senso e il suo significato: il divino che è in lei e che lei sola può esprimere e realizzare. La storia nasce dalla dinamica capacità creativa del soggetto umano che, rompendo la nicchia che preserva la sua soggettività per diventare identità relazionata, deve affrontare il problema della diversità come dato consapevole, e costruire il suo primo ponte fra necessità e possibilità. In questa occasione è la relazione l’arcata di congiunzione fra le due rive, assolutamente distinte e non comunicabili. Nel trascendimento da identità a soggettività può nascere la persona, e quando la persona si relaziona nasce la storia. La storia dell’uomo dimostra senza alcun dubbio che egli non si è mai adeguato al dato, né a quello interno a sé, né a quello esterno (la realtà). Il dato esterno (la realtà) egli ha tentato continuamente di adeguarlo a sé, alla propria sopravvivenza qualitativa, mentre al dato interno non ha ancora trovato soluzioni: la ricerca del senso di sé e della vita è sempre il sottofondo di tutte le sue esplorazioni. Questo fatto lo pone in una condizione di solitudine totale. Egli sa che oltre a trovare il senso di sé, deve trovare anche il nuovo senso a tutte le cose. Perciò l’uomo, costruttore di storia, rivela un'intenzionalità, seppur ancora inconsapevole, di comunione. Conciliare la purezza dell’essere con le ambiguità della storia è comunque possibile solo se si assume l’idea di storia come progetto di comunicazione fra le soggettività degli esseri umani.
La cultura si presenta nella storia come consolidamento della creatività, divenuta consolidamento ambientale, e cioè: linguaggio, istituzione, patrimonio culturale. Il patrimonio culturale raggiunto dalla storia in una determinata epoca, rappresenta la soglia del non ritorno al pre-umano. Esso permette la valorizzazione e l’uso in termini universali di tutte le conquiste personali, ma contiene anche l’accumulo delle libere scelte negative che gli uomini hanno fatto nella storia. Di quegli uomini cioè che hanno usato la loro libera creatività non per autocrearsi secondo il desiderio di amore e perfezione, ma secondo la seduzione della loro onnipotenza. I giacimenti culturali, da una parte, fanno sì che ogni essere umano che si affaccia alla vita, non debba ricominciare reinventando il mondo. D’altra parte limitano e possono frenare l’espressione personale e l’originaria creatività, nella realizzazione di sé stessi e nella trasformazione del patrimonio culturale. Questo paradosso induce alla continua tentazione del magico, del cambiamento simultaneo, non processuale, o al fascino dell'identificazione con il tutto, rinviando ogni possibilità umana al principio, all’Essere assoluto, impersonale. La cultura di un’umanità matura potrà incominciare quando avremmo risolto il problema del linguaggio. La cultura, autenticamente informata all’annuncio evangelico, guarda con fiducia al futuro, e affida all’uomo la progettazione della stessa, centrata sulla relazione fra le persone, siano esse divine o umane. La misura della qualità, tanto di Dio, quanto degli uomini, diventa l’amore reciproco. Questa misura è ormai la sola che l’uomo può usare per riconoscere sé stesso.
Storia e Cultura
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